Oggi il 30
marzo, giornata della terra in Palestina, la giornata in cui i palestinesi per
l'ennesima volta manifestano il loro dissenso per la politica di espropriazione
della terra palestinese, con leggi e pretesti vari da parte d'Israele. Tanti
morti e tanto dolore per chiedere giustizia e il diritto di vivere nel proprio
paese. Ero piccolo quando
siamo trasferiti nella nostra nuova casa, costruita con tanto sacrificio e
tensione, come chi corre contro vento, schiaffeggiato dalle onde fredde che non
ti danno tregua, e s'inizia un sogno fidandosi in quei pochi soldi ed in Dio.
Era bella, fatta di
pietre, mi sembrava così grande e spaziosa, con un cortile profumo di piante di
limone, nespole, vite, per non parlare della menta e della salvia...noi che
abitavamo in una specie di cantina, un unico spazio dove si mangiava e dove si
dormiva, dove vivere senza un sole che ti accarezzi la mattina.
Spesso mi svegliavo
di notte sudato, tremavo come una foglia; una roccia dal soffitto cadeva e
dritta...dritta a giacere sul mio petto, mi toglieva il respiro,
soffocavo...era una lotta impari, io ero piccolo e dormivo, e la roccia era
grande e pesante, scendeva volando e con tanta rabbia di nascosto, mentre i
miei genitori dormivano, sembrava approfittare dal loro sogno per tormentarmi. Ma
appena iniziavo a lamentarmi con voce soffocante, e con gli occhi spalancati
dallo spavento, due fessure di gatto che gironzolava nel buio. I miei genitori
erano più veloci del fulmine, con mani tremanti ma calde come il sole,
bisbigliando qualche verso del Corano per allontanare il male...mi trovavo nel
grembo di mia madre a respirare, e la roccia scappava via minacciando di
ritornare.
Abitavamo nella nuova
casa da pochi mesi quando scoppiò la guerra dei sei giorni, il 05/06/1967.
Israele attaccò gli arabi assopiti, regimi presi a servire il nemico e allo
stesso tempo, riempire il mondo di minacce contro di esso! Slogan di
liberazione della Palestina stuprata, violentata da un nemico deciso di
costruire una leggenda morta, una storia inventata ma anche accettata da un
mondo perso, un mondo che capiva solo una civiltà; quella della morte, del
dominio e non importa se quella terra era Santa e più civile del resto del
mondo!
Israele minacciava di
radere al suolo città e paesi, invitava la gente a fuggire se volevano salva la
pelle. Nelle menti della gente, tornavano vivi i massacri commessi dai
sionisti, e da questo maledetto stato deciso a continuare la suo pulizia
etnica...Palestina è del popolo ebraico e non c'è posto per la coscienza.
Io guardavo la guerra
senza capirci niente, sentivo la paura dei grandi e la loro confusione sul da
farsi? Chi copriva i vetri delle finestre con nastro adesivo,chi li colorava di
blu per renderli invisibili!Chi camminava senza camminare e chi cercava di
guardare il cielo con prudenza, gli aerei di guerra israeliani illuminavano il
cielo di fumo nero che faceva pensare alla morte.
Brano tratto da
"Short story", Sa Babbaiola Edizioni
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