venerdì 9 novembre 2018

Al naksa (la sconfitta). Di Mahmoud Suboh



Oggi il 30 marzo, giornata della terra in Palestina, la giornata in cui i palestinesi per l'ennesima volta manifestano il loro dissenso per la politica di espropriazione della terra palestinese, con leggi e pretesti vari da parte d'Israele. Tanti morti e tanto dolore per chiedere giustizia e il diritto di vivere nel proprio paese. Ero piccolo quando siamo trasferiti nella nostra nuova casa, costruita con tanto sacrificio e tensione, come chi corre contro vento, schiaffeggiato dalle onde fredde che non ti danno tregua, e s'inizia un sogno fidandosi in quei pochi soldi ed in Dio.

Era bella, fatta di pietre, mi sembrava così grande e spaziosa, con un cortile profumo di piante di limone, nespole, vite, per non parlare della menta e della salvia...noi che abitavamo in una specie di cantina, un unico spazio dove si mangiava e dove si dormiva, dove vivere senza un sole che ti accarezzi la mattina.

Spesso mi svegliavo di notte sudato, tremavo come una foglia; una roccia dal soffitto cadeva e dritta...dritta a giacere sul mio petto, mi toglieva il respiro, soffocavo...era una lotta impari, io ero piccolo e dormivo, e la roccia era grande e pesante, scendeva volando e con tanta rabbia di nascosto, mentre i miei genitori dormivano, sembrava approfittare dal loro sogno per tormentarmi. Ma appena iniziavo a lamentarmi con voce soffocante, e con gli occhi spalancati dallo spavento, due fessure di gatto che gironzolava nel buio. I miei genitori erano più veloci del fulmine, con mani tremanti ma calde come il sole, bisbigliando qualche verso del Corano per allontanare il male...mi trovavo nel grembo di mia madre a respirare, e la roccia scappava via minacciando di ritornare.

Abitavamo nella nuova casa da pochi mesi quando scoppiò la guerra dei sei giorni, il 05/06/1967. Israele attaccò gli arabi assopiti, regimi presi a servire il nemico e allo stesso tempo, riempire il mondo di minacce contro di esso! Slogan di liberazione della Palestina stuprata, violentata da un nemico deciso di costruire una leggenda morta, una storia inventata ma anche accettata da un mondo perso, un mondo che capiva solo una civiltà; quella della morte, del dominio e non importa se quella terra era Santa e più civile del resto del mondo!

Israele minacciava di radere al suolo città e paesi, invitava la gente a fuggire se volevano salva la pelle. Nelle menti della gente, tornavano vivi i massacri commessi dai sionisti, e da questo maledetto stato deciso a continuare la suo pulizia etnica...Palestina è del popolo ebraico e non c'è posto per la coscienza.

Io guardavo la guerra senza capirci niente, sentivo la paura dei grandi e la loro confusione sul da farsi? Chi copriva i vetri delle finestre con nastro adesivo,chi li colorava di blu per renderli invisibili!Chi camminava senza camminare e chi cercava di guardare il cielo con prudenza, gli aerei di guerra israeliani illuminavano il cielo di fumo nero che faceva pensare alla morte.

Brano tratto da "Short story", Sa Babbaiola Edizioni


Nessun commento:

Posta un commento